lunedì 23 febbraio 2009

I tre paradossi dello Yoga

Secondo Willy Van Lysebeth, maestro Yoga e figlio del grande maestro Andrè Van Lysebeth nella pratica dello Yoga esistono tre paradossi apparenti:
1) L’immobilità danzata
2) Il silenzio musicale
3) Il distacco sensibile
Vorrei commentare questi tre punti perché esprimono in maniera chiara l’essenza della pratica Yoga.
L’immobilità del corpo fisico nella pratica dello Yoga è fondamentale perché modifica i processi sensoriali e dirige la mente verso altre informazioni completamente diverse da quelle che i sensi percepiscono durante la normale routine quotidiana. Nell’immobilità del corpo, venute meno le sollecitazioni esterne, e acquietata la mente, si acquisiscono altre informazioni sempre più sottili, quanto più intensa e regolare è la pratica. Dapprima ci avviciniamo al ritmo del respiro e ne cogliamo il suo movimento spontaneo, poi quando si giunge alla pratica del kumbaka (l’immobilità del respiro a polmoni pieni o vuoti), nel corpo non esiste più neanche il lieve movimento del respiro e in tale condizione è possibile espandere la coscienza dal corpo materia al corpo energia. L’immobilità del corpo si definisce danzata proprio perché ci permette di accedere ad un movimento interno che è quello dell’Energia profonda, l’energia del cosmo che ci attraversa e di cui noi siamo parte integrante. Questo tipo di stato dona benessere perché, venendo meno le perturbazioni secondarie, causate dallo svolgimento normale della nostra vita, abbiamo la possibilità di connetterci con la nostra fonte primaria, con il nostro movimento originario.
Il secondo paradosso è il silenzio musicale.
Il silenzio della mente è condizione necessaria per riconoscere ed ascoltare la propria voce interiore: è solo attraverso l’esercizio dell’ascolto, un ascolto che si farà sempre più sottile e recettivo, che diverremo capaci di attraversare e progressivamente eliminare il rumore di fondo della nostra mente. La mente che si fa silenziosa si rigenera e si apre, liberando il proprio potenziale creativo.
Ogni essere umano, possiede una vibrazione che lo distingue e lo rende nota unica e caratteristica del grande concerto cosmico. Il silenzio della mente porta a scoprire qual è la propria nota. Ma scoprire la propria nota personale vuol dire anche andare alla radice della personalita', scoprirne lati oscuri e sorprendenti.
Il distacco sensibile accade laddove c’è l’immobilità del corpo e il silenzio della mente, in questa situazione i sensi invertono il loro percorso, non rilevano più informazioni dall’esterno ma si dirigono verso l’interno e rilevano le mappe della nostra interiorità. Distacco sensibile vuol dire trovare quello stato “punto di osservazione” in cui come testimoni si rimane ad osservare gli accadimenti senza identificarsi negli stessi e cogliendone l’essenza più profonda.

domenica 15 febbraio 2009

Effetto dello Yoga

Poiché la maggioranza degli eventi e delle situazioni presentano
un aspetto positivo e uno negativo, si corre il pericolo di
focalizzare tutta l’attenzione sul lato negativo. Ovviamente,
non bisogna illudersi e vedere solo quello che c’è di buono, ma
non bisogna nemmeno porre l’accento sul male, perché così
facendo non si vede più neppure il bene.
Voi pensate: «Oh, ma tutto questo lo sappiamo già». Allora
mettetelo in pratica, se lo sapete! Osservatevi, e scoprirete
quante volte dimenticate quel sapere per abbandonarvi al
malcontento e al pessimismo. Quindi, non solo non ragionate più
in modo corretto, ma inoltre impedite alla vostra anima di
espandersi e di prendere il volo. È così che ci si distrugge
spiritualmente e anche fisicamente. Sì! Per quale ragione, nella
lingua corrente, di qualcuno che è sempre inquieto e
insoddisfatto si dice che “si mangia” o “si rode” il fegato?"

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Prendendo spunto da questo pensiero del grande maestro bulgaro mi viene in mente che la pratica costante dello Yoga permette di raggiungere in maniera spontanea un approccio alla vita di questo genere. Durante la pratica si sviluppa la capacità della mente di cogliere contemporaneamente fenomeni all’interno del corpo tra loro in contrasto, per esempio la tensione muscolare di una zona del corpo ed il rilassamento di un’altra parte, l’immobilità del corpo fisico e il movimento del respiro. Questo modo di procedere determina un ampliamento della coscienza in tutto il corpo e alla fine con la pratica negli anni, l’effetto si propaga anche nella vita quotidiana. Potrà accadere che di fronte alle prove difficili della vita rimaniate illesi e non in balia di un processo che è esterno a voi.

domenica 8 febbraio 2009

Cos'è lo Yoga

Oggi la parola Yoga appare sempre più spesso sia in campo culturale che in quello filosofico e spirituale ed è entrata a far parte del linguaggio corrente.
Lo Yoga è una disciplina antichissima, ha origine in India 5000 anni fa, il termine Yoga deriva dalla radice del verbo sanscrito Yuj e si traduce unire. Lo Yoga considera l'individuo un'unità integra costituita da corpo, mente, energia, spirito e tende ad unire questi elementi.
L'uomo di oggi è sempre più rivolto verso l'esterno, ha perso il contatto con le parti più profonde di sè.
Lo Yoga propone un cammino a ritroso che partendo dalla fisicità conduce l'essere umano verso la sua profondità interiore. Lo Yoga diventa uno strumento di conoscenza di sè e dona salute, benessere e piacere; appare come un viaggio nel nostro territorio interiore per sviluppare le potenzialità e migliorare il carattere.

lunedì 2 febbraio 2009

Benvenuti

Carissimi amici, estimatori ed amanti dello Yoga. Oggi nasce il Blog dello Yoga a Palermo. Maria Cicero Presidente della nostra associazione vi introdurrà a questa antichissima disciplina. Auguri.