Carissimi Amici di Palermo Yoga,
Il 10, 11 e 12 febbraio si svolgerà a Catania il primo Festival dello Yoga in Sicilia, è un’occasione davvero unica per poter incontrare il mondo dello Yoga nell’attuale scenario Italiano ed estero, vi invio il link all’evento per potere prenotare on line le lezioni dei maestri autorevoli presenti.
Palermo Yoga sarà tra le scuole partecipanti all’evento, sabato 11 febbraio dalle 18,20 alle 19,10, all'interno delle freeclass dello Yoga Festival, condurrò una pratica dal titolo "La pratica sensibile dell'asana nel qui ed ora", secondo la tradizione del Tantrismo del Kashmir.
Vi invito a consultare il programma completo sul sito: www.yogafestival.it
Maria Cicero
venerdì 20 gennaio 2012
venerdì 6 gennaio 2012
Degli yogin e degli uomini
Degli yogin e degli uomini
C'è chi yamaniyamizza da mattino a sera e c'è chi se ne frega degli yama-niyama.
C'è chi occupa un'ora di yoga con tre posizioni e c'è chi incatena sessanta posizioni in mezz'ora.
C'è chi ispira dal basso in alto e c'è che ispira dall'alto in basso.
C'è chi si dopa di kapâlabhâti e c'è chi, dopo cinque respirazioni, ha un'aria da eroe stanco.
C'è chi medita all'alba, altri la sera, certi girati verso l'est, certi girati verso loro stessi, altri che non meditano affatto, e altri che credono meditare.
C'è chi si annoia meditando e c'è chi non sa che si annoia meditando.
C'è chi sbraita dei mantra, chi armeggia nel tantra, chi disegna gli yantra, e altri che confondono mantra, tantra e yantra.
C'è chi sa il sanscrito, chi fa credere che sa il sanscrito e chi si immagina che in India tutti parlano sanscrito.
C'è chi è andato in India, voglio dire in un ashram in India, e chi ha paura di andare in India, sia mai che l'India non somigli per niente all'India.
Ci sono i Gurologi, i Gurofoni, i Gurofili , i Gurolatri, i Gurumaniaci, i Gurofobi, i Guropati, i Gurocidi, i Gurofagi, e ancora ci sarebbero alcuni guru.
C'è chi ha letto gli Yoga-sûtra e chi guarda dall'alto in basso chi non ha letto gli Yoga-sûtra. C'è chi fa finta di avere letto gli Yoga-sûtra, e altri che ne hanno letto un riassunto. E c'è chi li confonde col Kâma-sûtra.
C'è chi è per le scuole: scuole del nord, scuole del Sud, scuole del Nord-ovest, del Sud-sud-ovest, Kashmir del XII secolo, Bihar del XIV, tantrismo sikh, jaïnismo della Mano sinistra.... e altri che sono contro le scuole (abbasso i sistemi, viva la spontaneità!), altri che dicono che tutte le scuole si equivalgono, tutto è in tutto o no? e chi cambia scuola ogni due anni e chi non sopporta chi cambia scuola.
C'è chi ha sei chakra, di cui tre aperti, altri ne hanno sette, quattordici o sessantaquattro, e tutti aperti, o alternativamente, e poi c'è chi può aprire i chakra chiusi degli altri, o chiudere i loro chakra aperti, attenzione niente false manovre . E ci sono poi gli infelici che non hanno mai sentito il loro chakra inferiore e non osano confessarlo, salvo quando fanno un rebirth.
C'è chi combina yoga e rebirth, yoga e psicanalisi, yoga e karate, yoga e vasellame, yoga e caccia.
C'è chi cucina solamente il ghee , chi mastica cento otto volte i loro semi ipercompleti o che li inghiottono il più rapidamente possibile, c'è chi digiuna e che fa sapere che si purifica e ve lo fa sentire, e c'è chi teme più di tutto di reincarnarsi in un maiale. E poi c'è chi mangia costine di vitello e che arrossisce domandandosi con deliziosa angoscia se questo sporcherà il loro karma.
Ci sono poi gli ossessionati del karma, come ci sono i fanatici del mûla-bandha, gli appassionati dell'uddiyâna, i colpiti da jâlandhara, i forsennati di bhastrikâ, i vecchi baba incapponiti di mudrâ, galleggianti nel samsâra e nell'odore di gañja.
Come ci sono yoginî fumose di bidi, frementi della kundalinî, esperte in nauli, ghiotte di samâdhi, assaggiatrici di amaroli, virtuose in sahajolî, chi si fa chiamare Shakti quando si unisce al loro Shiva, il sabato sera dopo lo yoga, per fare maithuna, yab-yum e yup-la-la.
(Ma ce ne sono tanti altri che vorrebbero in fondo sapere cos'è questo maithuna, e ciò li innervosisce.)
Sì, e così va' il samsarâ, e evviva Mâyâ che non esiste, se si crede a Gaudapâda, ci sono degli uomini che si prendono per yogin, ci sono delle donne che si prendono per yoginîs, ci sono dei topi e degli uomini, dei topi e degli yogin, e poi...
Shiva-Pârvatî siano lodati, ci sono degli uomini e delle donne che non si prendono per niente, e che lo yoga prende nelle sue braccia e porta dolcemente, teneramente, e porta verso quel laggiù che è già qui, ed è allora così bello ed è così semplice, lo yoga." [Pierre Feuga]
C'è chi yamaniyamizza da mattino a sera e c'è chi se ne frega degli yama-niyama.
C'è chi occupa un'ora di yoga con tre posizioni e c'è chi incatena sessanta posizioni in mezz'ora.
C'è chi ispira dal basso in alto e c'è che ispira dall'alto in basso.
C'è chi si dopa di kapâlabhâti e c'è chi, dopo cinque respirazioni, ha un'aria da eroe stanco.
C'è chi medita all'alba, altri la sera, certi girati verso l'est, certi girati verso loro stessi, altri che non meditano affatto, e altri che credono meditare.
C'è chi si annoia meditando e c'è chi non sa che si annoia meditando.
C'è chi sbraita dei mantra, chi armeggia nel tantra, chi disegna gli yantra, e altri che confondono mantra, tantra e yantra.
C'è chi sa il sanscrito, chi fa credere che sa il sanscrito e chi si immagina che in India tutti parlano sanscrito.
C'è chi è andato in India, voglio dire in un ashram in India, e chi ha paura di andare in India, sia mai che l'India non somigli per niente all'India.
Ci sono i Gurologi, i Gurofoni, i Gurofili , i Gurolatri, i Gurumaniaci, i Gurofobi, i Guropati, i Gurocidi, i Gurofagi, e ancora ci sarebbero alcuni guru.
C'è chi ha letto gli Yoga-sûtra e chi guarda dall'alto in basso chi non ha letto gli Yoga-sûtra. C'è chi fa finta di avere letto gli Yoga-sûtra, e altri che ne hanno letto un riassunto. E c'è chi li confonde col Kâma-sûtra.
C'è chi è per le scuole: scuole del nord, scuole del Sud, scuole del Nord-ovest, del Sud-sud-ovest, Kashmir del XII secolo, Bihar del XIV, tantrismo sikh, jaïnismo della Mano sinistra.... e altri che sono contro le scuole (abbasso i sistemi, viva la spontaneità!), altri che dicono che tutte le scuole si equivalgono, tutto è in tutto o no? e chi cambia scuola ogni due anni e chi non sopporta chi cambia scuola.
C'è chi ha sei chakra, di cui tre aperti, altri ne hanno sette, quattordici o sessantaquattro, e tutti aperti, o alternativamente, e poi c'è chi può aprire i chakra chiusi degli altri, o chiudere i loro chakra aperti, attenzione niente false manovre . E ci sono poi gli infelici che non hanno mai sentito il loro chakra inferiore e non osano confessarlo, salvo quando fanno un rebirth.
C'è chi combina yoga e rebirth, yoga e psicanalisi, yoga e karate, yoga e vasellame, yoga e caccia.
C'è chi cucina solamente il ghee , chi mastica cento otto volte i loro semi ipercompleti o che li inghiottono il più rapidamente possibile, c'è chi digiuna e che fa sapere che si purifica e ve lo fa sentire, e c'è chi teme più di tutto di reincarnarsi in un maiale. E poi c'è chi mangia costine di vitello e che arrossisce domandandosi con deliziosa angoscia se questo sporcherà il loro karma.
Ci sono poi gli ossessionati del karma, come ci sono i fanatici del mûla-bandha, gli appassionati dell'uddiyâna, i colpiti da jâlandhara, i forsennati di bhastrikâ, i vecchi baba incapponiti di mudrâ, galleggianti nel samsâra e nell'odore di gañja.
Come ci sono yoginî fumose di bidi, frementi della kundalinî, esperte in nauli, ghiotte di samâdhi, assaggiatrici di amaroli, virtuose in sahajolî, chi si fa chiamare Shakti quando si unisce al loro Shiva, il sabato sera dopo lo yoga, per fare maithuna, yab-yum e yup-la-la.
(Ma ce ne sono tanti altri che vorrebbero in fondo sapere cos'è questo maithuna, e ciò li innervosisce.)
Sì, e così va' il samsarâ, e evviva Mâyâ che non esiste, se si crede a Gaudapâda, ci sono degli uomini che si prendono per yogin, ci sono delle donne che si prendono per yoginîs, ci sono dei topi e degli uomini, dei topi e degli yogin, e poi...
Shiva-Pârvatî siano lodati, ci sono degli uomini e delle donne che non si prendono per niente, e che lo yoga prende nelle sue braccia e porta dolcemente, teneramente, e porta verso quel laggiù che è già qui, ed è allora così bello ed è così semplice, lo yoga." [Pierre Feuga]