La motivazione all’approccio allo yoga è prevalentemente di tipo egoistico
(motivi di stress, dolori e malesseri fisici ecc…..), l’intenzione che spinge è
quella di migliorare il benessere psicofisico, ma lo yoga può dare una chiave
di accesso ad una dimensione globale. L’approccio può limitarsi ad una
componente esclusivamente fisica e cogliere il benessere indotto dagli asana
vissuti esclusivamente in modo grossolano, oppure può condurci ad esplorare le potenzialità dello yoga,
attraverso il sentire la vera natura dell’asana, l’asana può diventare una
chiave di accesso verso dimensioni più sottili (corpo energetico e stato
meditativo).
Lo yoga è diventato un fenomeno sociale, largamente diffuso, molto
commerciale per alcuni aspetti, il consiglio è di dimenticare alcuni luoghi
comuni dello yoga: rilassate il corpo, calmate la mente, eliminate le tensioni,
allontanate i pensieri, concentratevi, in un’unica espressione l’invito è di
abbandonare tutti quegli atteggiamenti che tendono a provocare qualcosa, se il
corpo è teso dobbiamo semplicemente constatarlo, non dobbiamo volontariamente
provocare lo scioglimento delle tensioni perché ciò è impossibile, le tensioni
sono importantissime, lo scopo della posizione è rivelarmi le tensioni che
erano nascoste, sentire la tensione fa sì che questa si liberi, dunque è la
trasformazione della tensione. Ciò si traspone anche sul piano psicologico,
quando c’è un conflitto non cerco più di appianare o rimuovere ma posso
realmente sentirlo e a un certo punto il conflitto non sarà più conflittuale.
E’ chiaro che qualcosa durante la pratica bisogna pur fare un esercizio di
volontà bisognerà esercitarlo per mettere in atto qualcosa…e allora come
risolvere questo apparente paradosso? Non esercitare nessun atto di volontà e
seguire ciò che viene detto di fare durante la pratica? Si può risolvere
intendendo tutto ciò che vi dirò di fare durante la pratica prendendolo come dei suggerimenti, dovete
seguire soprattutto le sensazioni che emergono piuttosto che questi
suggerimenti.
Cos’è e cosa si intende per yoga non duale o tantrismo del kashmir? Domanda
ricorrente. La comprensione dello yoga non duale del Kashmir richiede tempo,
perché non va soltanto compresa intellettualmente ma soprattutto attraverso la
pratica.
Per cercare di spiegare il significato vorrei fare riferimento al concetto
tradizionale indiano dell’universo la Realtà Suprema, l’Assoluto è Coscienza
Assoluta, ente supremo e indifferenziato, aspetto statico Shiva, non appena
questa coscienza si predispone a emanare un universo, essa si presenta come
unità di due principi, Coscienza ed Energia, Shiva e Shakti, l’elemento statico
e Assoluto e l’energia, l’elemento
dinamico. Ogni parte dell’universo, fisica o mentale, è espressione particolare
di questo Assoluto. Il tantrismo è il ritorno
al principio originario, alla coscienza assoluta. Nella tradizione
indiana, la coscienza, il silenzio, è simboleggiato come maschile, mentre la
sua espressione nello spazio-tempo è simboleggiato come femminile. Il mascolino
è la verità ultima, il principio metafisico. Il femminile è la sua proiezione.
Le più recenti teorie dell’Universo presentano un’impressionante
similitudine rispetto a questa impostazione classica della Realtà, scienziati
come Alain Aspect e David Bohm propongono un’idea olografica dell’Universo.
Alain Aspect, fisico direttore di ricerca al CNRS (centro nazionale di ricerca
scientifica, la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia) effettuò
esperimenti sulla correlazione quantistica fra particelle, negli anni 80 il suo
team di ricerca scoprì che sottoponendo a determinate condizioni delle
particelle subatomiche come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare
istantaneamente l’un l’altra a prescindere dalla distanza che le separa, sia
che si tratti di qualche millimetro sia di diversi miliardi di chilometri.
Questo fenomeno portò a due tipi di spiegazioni: o la teoria di Einstein (che
esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce) è da
considerarsi errata, oppure più possibilmente le particelle sub-atomiche sono
connesse non- localmente, esiste cioè qualcosa di non tangibile e non visibile
che mantiene collegati gli atomi a prescindere dallo spazio (e quindi anche del
tempo?). L a comunità scientifica ufficiale ha reagito negando la possibilità
di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’esperimento di Aspect
rivoluziona i vecchi postulati provando che il legame tra le particelle
sub-atomiche è di tipo non-locale. David Bohm fisico americano dell’Università
di Londra (La fisica dell’Infinito) sosteneva che le scoperte di Aspect
implicassero l’esistenza di un Universo inteso come un’enorme ologramma (olos-
la totalità-). Il motivo per cui le particelle subatomiche rimangono in
contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che
la loro separazione è un’illusione e ad un qualche livello di realtà più
profondo, tali particelle non sono entità separate, ma estensioni di uno stesso
organismo fondamentale.
Sempre secondo il fisico americano, se le particelle ci appaiono separate è
perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, la loro
separazione è solo apparente. Tutto l’universo quindi sarebbe una proiezione di
qualcos’altro e ad un livello più profondo tutte le cose sono collegate, tutto
compenetra tutto e tutta la natura non è altro che un’immensa rete
ininterrotta, un magazzino cosmico di tutto ciò che esiste, ogni particella
esistente contiene in se stessa l’immagine intera. La struttura fisica del
nostro corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza. Siamo
pura coscienza che fa esperienza in un corpo siamo senza confini. quando il
corpo di difesa si elimina si sente il corpo originario, non è più un corpo
chiuso ma è un corpo di spazio, non è un corpo personale ma è un corpo di
energia.
Il termine TANTRA def. Deriva dalla radice tan che significa
tendere, distendere, ma anche produrre, il vocabolo tantra significa telaio (lo
strumento per tendere la trama di un tessuto), e poi anche struttura, sistema
di riti e cerimonie, trattato dottrinale. Secondo uno schema tradizionale i
tantra trattano della creazione, dissoluzione, culto, poteri sovrumani e unione
con l’essere supremo.
La via tantrica è un modo per riavvicinarsi alle
regole cosmiche, un modo di sentire i legami di unità con tutti gli esseri. Il
tantrismo è l’arte di riconoscere la maestà della vita in tutte le espressioni.
Ma come si traspone tutto ciò nella pratica?
Il mondo abbiamo detto è il riflesso
della coscienza, il corpo ne è la rappresentazione più estrema è a questa
contemplazione che ci porta l’arte dello yoga. L’approccio tantrico del Kashmir
è semplice dal punto di vista concettuale ma è complesso nell’approccio
completo perché siamo molto strutturati la pratica deve essere libera dai
condizionamenti impressi nel corpo, la pratica è incentrata nel rendersi conto
di quanto il nostro corpo è rigido, contratto, condizionato. Eredità di tutto
il nostro passato, questa memoria si incontra sotto forma di tensioni,
reazioni, aggressività. Il riuscire a
guardare quelli che sono i limiti fisici ce li fa trascendere. Esplorare il
corpo senza tralasciare nessuno spazio. Senza interferenza del gradevole o
dello sgradevole, dell’amare o del non amare, la non partecipazione psicologica
alla postura è lo spazio indispensabile per scoprire le raffinatezze di quest’arte.
Nella pratica si vuole esprimere il corpo vacuo che supera lo spazio fisico, e
ciò che si vuol fare emergere nella pratica è il corpo di energia. Quindi è
necessario smorzare la fisicità e l’impegno muscolare nelle posizioni.
L’essenza dell’asana è la distensione, la mancanza di partecipazione muscolare
durante la posizione permette poi un bagno di energia straordinario. Affrontare
l’asana con un corpo vacante, l’accento
sulla dissoluzione della postura, sulla fase di ritorno, la vibrazione del
corpo avvertita come sensazione e il suo riassorbimento nel silenzio sono
l’essenza della tecnica tradizionale del kashmir.
Maria Cicero
Maria Cicero