giovedì 22 settembre 2022

Lo Yoga del Kashmir è un approccio inclusivo

 

Per la tradizione del Kashmir lo Yoga non è un’attività ma una celebrazione dello stato naturale dell’uomo.

Lo stato naturale dell’uomo è uno stato in cui ci si sente appagati, la percezione di questo stato, per tutta una serie di motivi legati alle esperienze personali, alle sovrastrutture psicologiche, sociali e culturali, accumulate nella nostra esperienza terrena, è falsata.

Attraverso l’approccio celebrativo dello Yoga del Kashmir si vuole proporre un tentativo di avvicinamento e di ritorno a questo stato naturale di cui abbiamo perso la consapevolezza. L’approccio del Kashmir è semplice dal punto di vista concettuale ma è complesso nell’approccio completo perché siamo molto strutturati, la pratica deve essere libera dai condizionamenti impressi nel corpo, e deve essere incentrata nel rendersi conto di quanto il nostro corpo sia rigido, contratto e condizionato. Eredità di tutto il nostro passato, questa memoria si incontra sotto forma di tensioni, reazioni, aggressività.  Il riuscire a guardare quelli che sono i limiti fisici ce li fa trascendere. Esplorare il corpo senza tralasciare nessuno spazio. Senza interferenza del gradevole o dello sgradevole, dell’amare o del non amare, la non partecipazione psicologica alla postura è lo spazio indispensabile per scoprire le raffinatezze di quest’arte. Nella pratica si vuole esprimere il corpo vacuo che supera lo spazio fisico, e ciò che si vuol fare emergere è il corpo di energia,  il movimento si ferma prima di creare un corpo fisico, ci si muove come dei fantasmi,  quindi è necessario smorzare la fisicità e l’impegno muscolare nelle posizioni.  

L’elemento portante della pratica è l’ascolto, il rendersi conto attimo dopo attimo di ciò che accade, il posizionarsi nel momento e accettare gli accadimenti sotto forma di sensazioni che si presentano. Non siamo abituati al nulla, tutte le nostre azioni sono sempre orientate a un obiettivo, diversamente non agiamo.

In questa esperienza, invece, non abbiamo nessuno scopo di apprendimento ma semplicemente una propensione a un ascolto senza personalizzazione

Lo yoga non è ginnastica pur presentandosi con una esteriorità fisica prevede un approccio globale che la distingue dalla ginnastica e che la eleva ad un’arte.

Nella pratica di Yoga celebreremo questi aspetti dell’uomo, prenderemo delle pose le esploreremo nella loro fisicità, le spoglieremo di contenuto personale e psicologico, le dissolveremo in un percorso di ritorno che ci conduce ad uno stato di silenzio.

L’accento sulla dissoluzione della postura, sulla fase di ritorno, la vibrazione del corpo avvertita come sensazione e il suo riassorbimento nel silenzio sono l’essenza della tecnica tradizionale del Kashmir.

Lo Yoga aiuta a sensibilizzarsi alle dinamiche cosmiche espandendo il punto di vista ristretto della visione personale ed egoica. Dunque possono conseguire naturalmente molte trasformazioni.

 


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