Palermo Yoga Vi augura un Natale e un Nuovo Anno all'insegna della "Sensorialità",
non vi auguro di cambiare e stravolgere la vostra vita ma di cambiare il modo di sentire, non importa che voi siate pittori, musicisti, insegnanti, medici, impiegati, genitori, figli...
in qualsiasi funzione è possibile celebrare la sacralità della vita che consente di poter sperimentare una sorta di gioia disinteressata e senza motivo.
Vi auguro di poter presentire tali spazi di coscienza.
"Dal momento in cui pensate di sapere qualcosa, vivete nell'illusione. Non c'è nulla da pensare: c'è da sentire, da amare. Il pensiero è una riduzione. Non fa che riportare lo sconosciuto al livello di una restrizione ideologica. Quando sentite non sapete nulla, siete senza dinamismo, vivete il presente.
Il pensiero non esiste che in funzione del passato e del futuro. Si potrebbe dire che l'approccio sensoriale vi aiuta a riscoprire questa sensazione globale della vita, questa sensazione globale di accoglimento. Continuate la vostra vita senza cambiare nulla ma tutto è cambiato". [Eric Baret]
domenica 26 dicembre 2010
mercoledì 8 dicembre 2010
Il Silenzio di Eric Baret
Non si può dire che cos'è il silenzio.Ma si può dire che il silenzio è ciò che vogliamo profondamente, ciò di cui abbiamo nostalgia.
Il nostro tentativo di ottenere questo o quello, non è, di fatto, che una nostalgia di questo silenzio.
Tutti i desideri sono una nostalgia dell'assenza di desiderio.
Su di un piano relativo, il silenzio mentale non è che un riflesso del vero silenzio. La mente può essere attiva e il vero silenzio vissuto; la mente può essere silenziosa ed il vero silenzio essere sconosciuto. Il silenzio mentale, il silenzio del mondo non è qualcosa che si debba ricercare.
Come una porta, il silenzio mentale si apre su qualcosa, ma non è la porta che si cerca.
Quello su cui si apre, non è una donna, nè un'auto rossa, e nemmeno il silenzio o la gioia: non ci sono parole!
Non proviene nè dall'inattività nè dall'attività mentale, ma è un presentimento che si riflette in una mente tranquilla. La mente tranquilla non crea il silenzio, vi si rende disponibile, e l'estasi che riceve dalla sua identità la riempie più di ogni altro oggetto.
Poiché è difficile presentire questo riflesso in una mente agitata, si può dire in certi momenti che è appropriato lasciare che il corpo e la mente diventino disponibili. Non è necessario, ma può imporsi senza che alcuna intenzione di appropriazione partecipi a questo studio della disponibilità corporea e mentale.
La poesia conduce a questo silenzio. La musica , l'architettura, il teatro portano ad esso più di ogni spiegazione, di ogni discorso o di ogni affermazione.
La sensorialità è ciò che va più profondamente nel presentimento del silenzio.....
Non c'è che apertura. Una discussione non può portare al silenzio. Può portare, come faceva Socrate,a vedere i limiti della mente.Quando la mente vede i suoi limiti, diventa funzione.
Ogni comprensione non può che essere un riferimento a ciò che già la persona conosce. Poco a poco, la mente perde la sua pretesa di capire ciò che la oltrepassa.
Ci si rende conto che non si può pensare un essere umano, non si può pensare la verità, non si può pensare la gioia,non si può pensare un filo d'erba. Non si può pensare niente, non si può che proiettare. La mente allora perde la sua pretesa e diventa uno strumento, come le gambe.
Quando avete bisogno di separare vi servite del pensiero.
Ma non utilizzate la mente per la ricerca della verità. Ecco il segno di una vera intelligenza: non utilizzare il pensiero se non quando è necessario. La ricerca della verità non ha alcun legame con la riflessione.
Il pensiero non ha che il compito di mostrarvi i suoi limiti.
Il nostro tentativo di ottenere questo o quello, non è, di fatto, che una nostalgia di questo silenzio.
Tutti i desideri sono una nostalgia dell'assenza di desiderio.
Su di un piano relativo, il silenzio mentale non è che un riflesso del vero silenzio. La mente può essere attiva e il vero silenzio vissuto; la mente può essere silenziosa ed il vero silenzio essere sconosciuto. Il silenzio mentale, il silenzio del mondo non è qualcosa che si debba ricercare.
Come una porta, il silenzio mentale si apre su qualcosa, ma non è la porta che si cerca.
Quello su cui si apre, non è una donna, nè un'auto rossa, e nemmeno il silenzio o la gioia: non ci sono parole!
Non proviene nè dall'inattività nè dall'attività mentale, ma è un presentimento che si riflette in una mente tranquilla. La mente tranquilla non crea il silenzio, vi si rende disponibile, e l'estasi che riceve dalla sua identità la riempie più di ogni altro oggetto.
Poiché è difficile presentire questo riflesso in una mente agitata, si può dire in certi momenti che è appropriato lasciare che il corpo e la mente diventino disponibili. Non è necessario, ma può imporsi senza che alcuna intenzione di appropriazione partecipi a questo studio della disponibilità corporea e mentale.
La poesia conduce a questo silenzio. La musica , l'architettura, il teatro portano ad esso più di ogni spiegazione, di ogni discorso o di ogni affermazione.
La sensorialità è ciò che va più profondamente nel presentimento del silenzio.....
Non c'è che apertura. Una discussione non può portare al silenzio. Può portare, come faceva Socrate,a vedere i limiti della mente.Quando la mente vede i suoi limiti, diventa funzione.
Ogni comprensione non può che essere un riferimento a ciò che già la persona conosce. Poco a poco, la mente perde la sua pretesa di capire ciò che la oltrepassa.
Ci si rende conto che non si può pensare un essere umano, non si può pensare la verità, non si può pensare la gioia,non si può pensare un filo d'erba. Non si può pensare niente, non si può che proiettare. La mente allora perde la sua pretesa e diventa uno strumento, come le gambe.
Quando avete bisogno di separare vi servite del pensiero.
Ma non utilizzate la mente per la ricerca della verità. Ecco il segno di una vera intelligenza: non utilizzare il pensiero se non quando è necessario. La ricerca della verità non ha alcun legame con la riflessione.
Il pensiero non ha che il compito di mostrarvi i suoi limiti.
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