Poiché la maggioranza degli eventi e delle situazioni presentano
un aspetto positivo e uno negativo, si corre il pericolo di
focalizzare tutta l’attenzione sul lato negativo. Ovviamente,
non bisogna illudersi e vedere solo quello che c’è di buono, ma
non bisogna nemmeno porre l’accento sul male, perché così
facendo non si vede più neppure il bene.
Voi pensate: «Oh, ma tutto questo lo sappiamo già». Allora
mettetelo in pratica, se lo sapete! Osservatevi, e scoprirete
quante volte dimenticate quel sapere per abbandonarvi al
malcontento e al pessimismo. Quindi, non solo non ragionate più
in modo corretto, ma inoltre impedite alla vostra anima di
espandersi e di prendere il volo. È così che ci si distrugge
spiritualmente e anche fisicamente. Sì! Per quale ragione, nella
lingua corrente, di qualcuno che è sempre inquieto e
insoddisfatto si dice che “si mangia” o “si rode” il fegato?"
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Prendendo spunto da questo pensiero del grande maestro bulgaro mi viene in mente che la pratica costante dello Yoga permette di raggiungere in maniera spontanea un approccio alla vita di questo genere. Durante la pratica si sviluppa la capacità della mente di cogliere contemporaneamente fenomeni all’interno del corpo tra loro in contrasto, per esempio la tensione muscolare di una zona del corpo ed il rilassamento di un’altra parte, l’immobilità del corpo fisico e il movimento del respiro. Questo modo di procedere determina un ampliamento della coscienza in tutto il corpo e alla fine con la pratica negli anni, l’effetto si propaga anche nella vita quotidiana. Potrà accadere che di fronte alle prove difficili della vita rimaniate illesi e non in balia di un processo che è esterno a voi.
domenica 15 febbraio 2009
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