domenica 10 ottobre 2010

LA PAURA di Jean Klein

Prima di tutto osservi che ciò che lei chiama "paura" non è paura. La paura è una sensazione del suo corpo e della sua mente, una sensazione che lei si vieta di sentire nel momento in cui la etichetta come "paura". Per arrivare alla sensazione, deve liberarsi del concetto, dell'idea di paura, e allora la percezione avrà modo di rivelarsi a lei.
La pura sensazione della paura è soltanto tensione. La tensione sorge nel momento in cui lei guarda ad una situazione dal punto di vista di un'immagine, di un uomo o di una donna, di una madre o di un padre, di un marito o di una moglie di qualcuno, e la tensione stimola una serie di mutamenti chimici, fisici e psichici nel corpo e nella mente.Ora questa tensione non potrà mai essere eliminata attraverso l'analisi, attraverso qualsiasi processo di tipo razionale, perché colui che intraprende un'analisi è della stessa natura di ciò che è analizzato.....
Lei deve vivere con la sua paura, persino amarla. Con questo intendo che lei non deve offrire resistenza ai movimenti della paura. Vada insieme alla sua paura come se volesse muovere insieme a un treno che è appena partito e sul quale desidera ardentemente salire. Appena muove, tutte le sue energie muovono con lui. Non c'è opposizione....
Perciò muova con la paura, non contro di essa. Scappando lontano da essa, razionalizzandola e analizzandola, lei versa soltanto benzina sul fuoco. Per quanto possono essere interessanti le sue idee, per quanto filosofiche le spiegazioni, esse non riusciranno a rimuovere la tensione attuale della paura. La faranno semplicemente rifluire verso un'altra localizzazione.
La paura riguarda la persona, e la persona è soltanto una frazione di ciò che lei è. Perciò la frazione guarda la situazione da una prospettiva parziale. E poiché una frazione non è mai armonica, ogni azione che emerge da un punto di vista parziale è inevitabilmente disarmonica.
Dunque non ci deve essere opposizione. Accogliendo la sensazione non ci sarà più posto per l'immagine di qualcuno che reagisce. Muovendo insieme alla paura lei si troverà fuori di essa, distaccata, impersonale. Possiamo dire che nel momento dell'accettazione non si versa più benzina sul fuoco ed esso naturalmente si estingue. La percezione si dissolve nel Sé, nell'apertura, e lei si desta in quest'apertura: in essa non vi è alcun timore. Jean Klein