giovedì 21 dicembre 2017

Riflessioni sullo Yoga tantrico del Kashmir

La motivazione all’approccio allo yoga è prevalentemente di tipo egoistico (motivi di stress, dolori e malesseri fisici ecc…..), l’intenzione che spinge è quella di migliorare il benessere psicofisico, ma lo yoga può dare una chiave di accesso ad una dimensione globale. L’approccio può limitarsi ad una componente esclusivamente fisica e cogliere il benessere indotto dagli asana vissuti esclusivamente in modo grossolano, oppure  può condurci ad  esplorare le potenzialità dello yoga, attraverso il sentire la vera natura dell’asana, l’asana può diventare una chiave di accesso verso dimensioni più sottili (corpo energetico e stato meditativo).
Lo yoga è diventato un fenomeno sociale, largamente diffuso, molto commerciale per alcuni aspetti, il consiglio è di dimenticare alcuni luoghi comuni dello yoga: rilassate il corpo, calmate la mente, eliminate le tensioni, allontanate i pensieri, concentratevi, in un’unica espressione l’invito è di abbandonare tutti quegli atteggiamenti che tendono a provocare qualcosa, se il corpo è teso dobbiamo semplicemente constatarlo, non dobbiamo volontariamente provocare lo scioglimento delle tensioni perché ciò è impossibile, le tensioni sono importantissime, lo scopo della posizione è rivelarmi le tensioni che erano nascoste, sentire la tensione fa sì che questa si liberi, dunque è la trasformazione della tensione. Ciò si traspone anche sul piano psicologico, quando c’è un conflitto non cerco più di appianare o rimuovere ma posso realmente sentirlo e a un certo punto il conflitto non sarà più conflittuale.
E’ chiaro che qualcosa durante la pratica bisogna pur fare un esercizio di volontà bisognerà esercitarlo per mettere in atto qualcosa…e allora come risolvere questo apparente paradosso? Non esercitare nessun atto di volontà e seguire ciò che viene detto di fare durante la pratica? Si può risolvere intendendo tutto ciò che vi dirò di fare durante la pratica  prendendolo come dei suggerimenti, dovete seguire soprattutto le sensazioni che emergono piuttosto che questi suggerimenti.
Cos’è e cosa si intende per yoga non duale o tantrismo del kashmir? Domanda ricorrente. La comprensione dello yoga non duale del Kashmir richiede tempo, perché non va soltanto compresa intellettualmente ma soprattutto attraverso la pratica.
Per cercare di spiegare il significato vorrei fare riferimento al concetto tradizionale indiano dell’universo la Realtà Suprema, l’Assoluto è Coscienza Assoluta, ente supremo e indifferenziato, aspetto statico Shiva, non appena questa coscienza si predispone a emanare un universo, essa si presenta come unità di due principi, Coscienza ed Energia, Shiva e Shakti, l’elemento statico e Assoluto e  l’energia, l’elemento dinamico. Ogni parte dell’universo, fisica o mentale, è espressione particolare di questo Assoluto. Il tantrismo è il ritorno  al principio originario, alla coscienza assoluta. Nella tradizione indiana, la coscienza, il silenzio, è simboleggiato come maschile, mentre la sua espressione nello spazio-tempo è simboleggiato come femminile. Il mascolino è la verità ultima, il principio metafisico. Il femminile è la sua proiezione.
Le più recenti teorie dell’Universo presentano un’impressionante similitudine rispetto a questa impostazione classica della Realtà, scienziati come Alain Aspect e David Bohm propongono un’idea olografica dell’Universo. Alain Aspect, fisico direttore di ricerca al CNRS (centro nazionale di ricerca scientifica, la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia) effettuò esperimenti sulla correlazione quantistica fra particelle, negli anni 80 il suo team di ricerca scoprì che sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente l’un l’altra a prescindere dalla distanza che le separa, sia che si tratti di qualche millimetro sia di diversi miliardi di chilometri. Questo fenomeno portò a due tipi di spiegazioni: o la teoria di Einstein (che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce) è da considerarsi errata, oppure più possibilmente le particelle sub-atomiche sono connesse non- localmente, esiste cioè qualcosa di non tangibile e non visibile che mantiene collegati gli atomi a prescindere dallo spazio (e quindi anche del tempo?). L a comunità scientifica ufficiale ha reagito negando la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’esperimento di Aspect rivoluziona i vecchi postulati provando che il legame tra le particelle sub-atomiche è di tipo non-locale. David Bohm fisico americano dell’Università di Londra (La fisica dell’Infinito) sosteneva che le scoperte di Aspect implicassero l’esistenza di un Universo inteso come un’enorme ologramma (olos- la totalità-). Il motivo per cui le particelle subatomiche rimangono in contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione e ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità separate, ma estensioni di uno stesso organismo fondamentale.
Sempre secondo il fisico americano, se le particelle ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, la loro separazione è solo apparente. Tutto l’universo quindi sarebbe una proiezione di qualcos’altro e ad un livello più profondo tutte le cose sono collegate, tutto compenetra tutto e tutta la natura non è altro che un’immensa rete ininterrotta, un magazzino cosmico di tutto ciò che esiste, ogni particella esistente contiene in se stessa l’immagine intera. La struttura fisica del nostro corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza. Siamo pura coscienza che fa esperienza in un corpo siamo senza confini. quando il corpo di difesa si elimina si sente il corpo originario, non è più un corpo chiuso ma è un corpo di spazio, non è un corpo personale ma è un corpo di energia.
Il termine TANTRA  def. Deriva dalla radice tan che significa tendere, distendere, ma anche produrre, il vocabolo tantra significa telaio (lo strumento per tendere la trama di un tessuto), e poi anche struttura, sistema di riti e cerimonie, trattato dottrinale. Secondo uno schema tradizionale i tantra trattano della creazione, dissoluzione, culto, poteri sovrumani e unione con l’essere supremo.
La via tantrica è un modo per riavvicinarsi alle regole cosmiche, un modo di sentire i legami di unità con tutti gli esseri. Il tantrismo è l’arte di riconoscere la maestà della vita in tutte le espressioni.
Ma come si traspone tutto ciò nella pratica?

 Il mondo abbiamo detto è il riflesso della coscienza, il corpo ne è la rappresentazione più estrema è a questa contemplazione che ci porta l’arte dello yoga. L’approccio tantrico del Kashmir è semplice dal punto di vista concettuale ma è complesso nell’approccio completo perché siamo molto strutturati la pratica deve essere libera dai condizionamenti impressi nel corpo, la pratica è incentrata nel rendersi conto di quanto il nostro corpo è rigido, contratto, condizionato. Eredità di tutto il nostro passato, questa memoria si incontra sotto forma di tensioni, reazioni, aggressività.  Il riuscire a guardare quelli che sono i limiti fisici ce li fa trascendere. Esplorare il corpo senza tralasciare nessuno spazio. Senza interferenza del gradevole o dello sgradevole, dell’amare o del non amare, la non partecipazione psicologica alla postura è lo spazio indispensabile per scoprire le raffinatezze di quest’arte. Nella pratica si vuole esprimere il corpo vacuo che supera lo spazio fisico, e ciò che si vuol fare emergere nella pratica è il corpo di energia. Quindi è necessario smorzare la fisicità e l’impegno muscolare nelle posizioni. L’essenza dell’asana è la distensione, la mancanza di partecipazione muscolare durante la posizione permette poi un bagno di energia straordinario. Affrontare l’asana con un corpo vacante, l’accento sulla dissoluzione della postura, sulla fase di ritorno, la vibrazione del corpo avvertita come sensazione e il suo riassorbimento nel silenzio sono l’essenza della tecnica tradizionale del kashmir.
Maria Cicero